Lo abbiamo già sottolineato nell'edizione passata, ma ci preme ribadire nuovamente quanto alla base della nascita de "Musica nelle Aie" ci sia il preciso intento di dare voce a quella musica che parla della terra e di chi la lavora. Da diversi anni le colline che rasentano la città di Faenza (RA) ospitano uno dei più importanti Festival in ambito folk che la nostra penisola possa vantare. Giunto alla IX edizione, il Festival si snoda nell'arco di tre giorni all'insegna della buona musica, dell'ottimo vino e dei succulenti pasti che questo sprazzo di terra offre, creando un'atmosfera decisamente unica tra le aie, le campagne ed i vigneti delle colline faentine diventate per l'occasione palcoscenico ideale per i tanti gruppi di estrazione folk.
Ad aprire questa edizione del Festival, nella serata di venerdì, è toccato ai Taranterrae: la band casertana ha portato un pizzico di Campania su queste colline romagnole accendendo come un fuoco l'animo degli spettatori accorsi alla manifestazione.
La giornata di sabato, invece, si è aperta nel pomeriggio con il consueto convegno sulla biodiversità musicale romagnola intitolato "Il Caso Romagna", capitanato come sempre dal padrone di casa Pietro Bandini ed al quale hanno partecipato tra gli altri musicisti ed esperti del settore come Giuseppe Bellosi (poeta e storico delle tradizioni romagnole, ndr), Roberto Bucci, Gianfranco Battimani e Riccarda Casadei (figlia del grande Secondo Casadei, ndr). A seguire, la 31° Classicissima di Castel Raniero, gara podistica che come ogni anno si svolge tra le strade che circondano questo fantastico paesaggio.
E a concludere la serata l'esibizione di alcuni gruppi che abbiamo ritrovato il giorno successivo (in ordine sparso): gli Arangara, formazione che ricollegandosi alla storia narrata ha cantato le tradizioni musicali della terra calabrese; gli emiliani Dimondi, gruppo prettamente strumentale che si è esibito in brani influenzati dalle diverse tradizioni musicali (bretoni, balcani, irlandesi, ecc.); i Malghesettindipendenti, con il loro folk sanguigno che ha dimostrato la passione per la musica ed il dialetto della propria terra (Brescia e dintorni); i Malanova, esibitisi in un repertorio di canti impregnati di significato della tradizione siciliana; ed i giovani Radadum, kombat-folk dalla città di Bologna poco efficaci ma in grado di far ballare il pubblico con le re-interpretazioni di brani classici come "Redemption song" di Bob Marley e "Diana" di Paul Anka.
Ma l'apice della manifestazione si è svolto nella giornata conclusiva di domenica, dove i tanti gruppi selezionati dall'organizzazione si sono esibiti in diverse postazioni, sparse per le aie, in un tragitto circolare di circa 5 km dove si è potuto assistere ad uno spettacolo fantastico connubio di musica e paesaggio.
Vincitori di questa edizione sono stati i baresi Cascarèa, per essersi distinti ed aver colto in pieno il senso della manifestazione. Mentre il premio speciale della giuria è andato ai piemontesi Lj Servaj (per il secondo anno consecutivo, ndr), perché hanno dimostrato che nella "pentola del folk ci sono caduti sin da piccoli", ai siciliani Malanova, che a lungo hanno conteso la vittoria alla band barese, ai giovani rRò, per il modo "grezzo" con il quale hanno proposto la loro personale rivisitazione della tradizione siciliana ed in particolar modo del repertorio di Rosa Balestrieri (a cui sono già dediti sin dal nome, ndr), ed ai bolognesi Violini della Barca, per l'ambizioso progetto orchestrale che ha testimoniato al meglio la voglia di suonare insieme. Tra le altre band si sono distinti per peculiarità musicale il Trio Adriatica, che ha proposto alcune delle danze popolari più conosciute del veneto; i Tupa Ruja, per il particolare matrimonio tra voce e didjeridu; i Marcabrù (già presenti l'anno scorso, ndr), formazione prog-folk alla ricerca di un equilibrio fra l'Europa ed il mondo; ed i vincitori della scorsa edizione i Natolizzadrominuto con l'orchestra nella testaeduelampascionintasca. A spegnere le luci di questa edizione del Festival ci hanno pensato i Calicanto, la band veneta ha deliziato la serata con un repertorio ricco di composizioni originali e rielaborate attinte dalla tradizione, rendendo meno malinconica la fine di questi tre giorni all'insegna del folk.
"Musica nelle Aie" è un Festival fatto con il cuore a dimostrazione della passione e dell'amore per un genere musicale che è insito nell'animo della nostra terra da molti anni e che ancora resiste nelle nostre tradizioni. Un evento atto a conservare folclori di un paese che ha ancora tanto da raccontare.